Il 21 ottobre di tredici anni fa, Kimi Raikkonen vinse l’ultimo mondiale di un pilota Ferrari approfittando della lotta intestina della scuderia di Woking.
“Tra i due litiganti il terzo gode”. Non sappiamo se esista una versione in finlandese di questo celebre adagio popolare, ma il miracolo di Kimi nel Mondiale di Formula 1 2007 potrebbe avere questo titolo. È stato un Mondiale spettacolare: tre piloti si sono giocati il titolo fino alla fine, chiudendo la classifica racchiusi in soli due punti. È stato un Mondiale di scandali, basti pensare alla spy story e al GP in Ungheria. È stato un Mondiale dove un ragazzone finlandese, nato in uno degli Stati più freddi al mondo, ha scaldato i cuori di milioni di tifosi della Rossa, in quello che è tuttora l’ultimo trionfo di un ferrarista. Ma andiamo con ordine, ripercorrendo i fatti dall’inizio. I protagonisti del nostro racconto sono i quattro piloti delle scuderie più prestigiose, Ferrari e McLaren, escludendo una Renault non più a livello delle vittorie precedenti: a guidare le rosse ci sono Felipe Massa, brasiliano come Barrichello e perfetta spalla dell’erede del ritirato Michael Schumacher, Kimi Raikkonen, giunto a Maranello dopo quattro anni proprio in McLaren dove ha solo sfiorato la vittoria. Per la scuderia di Woking corrono Fernando Alonso, al suo primo anno dopo la doppietta in Renault, e Lewis Hamilton, sorprendente talento al debutto, britannico in una scuderia britannica, dopo le vittorie in GP2. Il campionato prese il via in Australia, con il primo dei 17 appuntamenti vinto agilmente da Raikkonen. Da lì in poi l’equilibrio fu massimo, tant’è che dopo il GP di Turchia, a cinque corse dalla fine, tutti e quattro i piloti principali avevano vinto tre Gran Premi a testa. In testa c’era Hamilton: il ragazzo di Stevenage aveva stupito chiunque, mai un esordiente aveva fatto così bene nella cinquantennale storia della F1, tant’è che era andato a podio per le prime nove gare consecutive. Inizialmente doveva semplicemente fare da spalla ad Alonso, staccato in classifica di 5 punti, ma con il passare dei giorni la scuderia di Ron Dennis finì sempre più con il puntare su di lui, a discapito del campione spagnolo. Alonso non la visse bene, e quello che fece in Ungheria fu clamoroso: ritardò di proposito il suo pit stop nelle qualifiche, in modo tale che Hamilton non ebbe poi il tempo per poter effettuare l’ultimo giro.
L’inglese mantenne comunque la pole position, ma la spaccatura fu netta, tant’è che sancì di fatto il divorzio tra le parti in causa già a fine stagione. I due della Ferrari erano praticamente appaiati: Massa a -15, penalizzato dalla squalifica in Canada, Raikkonen a -16, con due ritiri per problemi tecnici in Spagna e in Europa. Fernando si rifece sotto vincendo il GP a Monza, mentre Kimi trionfò in Belgio. Nel frattempo però la era arrivata la sentenza della FIA sul caso spy story, un’indagine di spionaggio industriale che aveva tenuto banco per tutta l’estate. La Federazione ha infatti accertato che Nigel Stepney, meccanico della Ferrari, ha diffuso dati privati relativi allo sviluppo della sua azienda a Mike Coughlan, capo progettista della McLaren. I piloti se la cavarono, mentre la squadra inglese fu squalificata dalla Classifica Costruttori 2007, regalando di fatto la vittoria alla Ferrari. Mancavano comunque ancora tre gare alla conclusione: in Giappone, sotto un nubifragio, trionfò Hamilton, mentre Alonso fu protagonista di un incidente dovuto all’aquaplaning. In Cina il colpo di scena: il primo ritiro stagionale di Lewis Hamilton, andato lungo sulla ghiaia nel tentativo di rientrare ai box, riaprì di colpo un Mondiale che sembrava già finito, grazie anche alla vittoria di Raikkonen. L’inglese manteneva tuttavia 7 punti sul finlandese e 4 su Alonso. All’ultima sfida in Brasile in tre si giocavano la vittoria, e la Ferrari disputò una gara perfetta, piazzando le sue due vetture al comando. Alonso non riuscì a superare il blocco rosso, mentre Hamilton, in preda alla foga dei suoi 22 anni, andò lungo all’inizio perdendo posizioni e riuscendo a recuperare solo fino al settimo posto. Contro ogni pronostico, Kimi ce l’aveva fatta. Totalizzò 110 punti, contro i 109 dei due compagni ma rivali della McLaren. Fu una gioia enorme in un Mondiale complicato in campo e fuori per la Ferrari, e tuttora l’unico trionfo in carriera di Raikkonen. Ma mentre Alonso e Massa non riuscirono a confermarsi negli anni successivi, già nel 2008 tutti capirono che L’era Hamilton era pronta a iniziare.