Sette italiane impegnate tra Champions ed Europa League: solo la Roma ha superato i quarti. Quest’anno l’Europa è di dominio inglese. È l’ennesimo fallimento del nostro sistema o si è abbassato il livello in Italia?
I verdetti delle coppe europee di questa stagione parlano chiaro: Inghilterra (3 squadre) e Spagna (1 squadra) si prendono la scena del calcio che conta. Dal 2010 in poi, anno dell’ultimo trionfo italiano in Europa, la tendenza è sempre stata la stessa: le italiane non hanno vinto più nulla (nota di merito alla Juventus che ha partecipato alle finali di Champions League del 2015 e del 2017). Vediamo nel dettaglio come, le nostre squadre, hanno affrontato quest’anno questi palcoscenici: le più grandi delusioni sono sicuramente Inter e Juventus. I neroazzurri sono usciti prematuramente dalla Champions League senza nemmeno potersi giocare la fase ad eliminazione diretta: la qualità del collettivo, nettamente superiore a Shaktar e Borussia Mönchengladbach, non ha inciso come si sperava e come, successivamente si è verificato nel nostro campionato; è impensabile che una squadra, come l’Inter, ricca di grandi giocatori, abbia dovuto giocarsi la possibilità di qualificarsi al turno successivo all’ultima giornata del girone: così non è avvenuto, quindi possiamo parlare di fallimento europeo. Stesso giudizio ricade anche sui bianconeri di Andrea Pirlo: una stagione altalenante per la Vecchia Signora e, proprio in Champions, ha messo in mostra i propri limiti tecnici e caratteriali. Dopo la prestigiosa vittoria al Camp Nou per 0-3, la Juventus è stata subito annoverata tra le candidate alla vittoria finale: l’urna degli ottavi di finale, ha accoppiato i bianconeri contro il Porto, sulla carta la miglior squadra da prendere; supponenza e sicurezza di poter battere un avversario, a detta di tutti, inferiore? Probabilmente sì, ma la realtà è una sola: per due anni consecutivi la Juventus è uscita dalla Champions League agli ottavi di finale contro due squadre non ai livelli di Bayern Monaco e PSG. L’affare Ronaldo si è dimostrato, in questi anni, deludente considerate le premesse, ma senza una squadra ben assemblata alle proprie spalle, anche per CR7 è dura vincere l’impossibile, nonostante anche lo stesso portoghese non abbia reso al meglio quest’anno nelle partite più importanti, al contrario di quanto ci si aspetta sempre da lui.
Le altre due squadre impegnate nella coppa dalle grandi orecchie non hanno di certo sfigurato: la Dea è riuscita nell’impresa di storica di superare, per il secondo anno consecutivo, la fase a gironi che sulla carta era il più difficile: tra tutte, rimane ancora impressa la vittoria ad Anfield contro il Liverpool, campione d’Inghilterra. Il cammino del club bergamasco si è interrotto per mano del Real Madrid, squadra sicuramente più esperta ma non più invincibile rispetto a qualche anno fa: un’occasione unica per la Dea ma nelle due sfide, anche a causa di episodi, è uscita sconfitta contro un club abituato a palcoscenici del genere. Per Gasperini e compagni, la certezza è quella di aver assunto, a tutti gli effetti, la dimensione di squadra europea. La Lazio ha raggiunto il suo obiettivo principale: passare la fase a gironi; purtroppo per loro nella doppia sfida ad eliminazione diretta hanno dovuto affrontare il Bayern Monaco, campione in carica e la differenza di valori in campo è stata netta, soprattutto nella sfida d’andata terminata per 1-4 in favore dei bavaresi. In Europa League non è andata come ci si aspettava: i partenopei sono stati la delusione più grande, esperienza europea terminata prematuramente ai sedicesimi di finale per mano del Granada; il Milan, dopo aver dato l’impressione di poter arrivare fino in fondo, cade nella doppia sfida contro il Manchester United che, dopo essere stati in balia dei Diavoli per i primi 90’, si sono guadagnati la qualificazione a San Siro. Di tutte le italiane, solo la Roma è riuscita ad arrivare in semifinale: dopo aver abbandonato quasi del tutto la risalita in campionato, ha concentrato tutte le proprie forze in Europa League, certezze svanite in poco tempo dai Red Devils. Più che di fallimento possiamo parlare di inadeguatezza e arretratezza del nostro calcio rispetto al resto d’Europa, di un gap che deve necessariamente restringersi già dal prossimo anno.
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