Il calcio mercato invernale, quello che una volta era chiamato mercato di riparazione, è l’occasione per coprire eventuali lacune nelle rose o per inserire quell’elemento nella squadra che permetta di compiere il salto di qualità.
Non è però semplice trovare i giocatori giusti a stagione in corso: le squadre difficilmente si privano di giocatori importanti nel bel mezzo di un campionato per cui spesso i colpi di gennaio sono degli azzardi, giocatori che per un motivo o per un altro non hanno spazio nelle squadre d’origine.
Talvolta questi azzardi pagano, altri sono dei clamorosi buchi nell’acqua.
Mercato di gennaio – 5 colpi top
#1 Edgar Davids – Juventus 1998
Il Milan di Berlusconi ha sempre avuto un occhio di riguardo per i giocatori olandesi, e nel luglio 1996 si assicurò a parametro zero il giovane centrocampista Edgar Davids, campione d’Europa con l’Ajax nel 1995 e 3 volte campione dei Paesi Bassi. Ma questa volta la spesa nella terra dei tulipani si rivela un buco nell’acqua per i rossoneri: tra infortuni e problemi comportamentali, il rendimento di Davids al Milan è a dir poco insoddisfacente.
La cessione alla Juventus per una cifra attorno agli attuali 8 milioni di euro nel gennaio del 1998 sembra un affare per il Milan, quindi, ma all’arrivo a Torino Davids appare un giocatore nuovo, che si impone come elemento imprescindibile nel centrocampo della squadra di Lippi che avrebbe chiuso la stagione vincendo lo scudetto. Da indesiderato e “mela marcia” dello spogliatoio, Davids divenne trascinatore e uomo squadra, tanto da riguadagnarsi la Nazionale in occasione dei mondiali di quell’anno.
#2 Alvaro Recoba – Venezia 1999
L’Inter della stagione 98/99 si era presentata al via del campionato con uno dei reparti offensivi più imponenti della storia del calcio italiano: Ronaldo, Roberto Baggio, Ivan Zamorano, Youri Djorkaeff, Nwanko Kanu, Nicola Ventola, Andrea Pirlo, Francesco Moriero e Alvaro Recoba. A gennaio ovviamente si rese necessario sfoltire un po’ la rosa, e a fianco della cessione di Kanu all’Arsenal, si decise per il prestito di Alvaro Recoba, che nella stagione precedente aveva fatto intravedere il suo talento ma non aveva opportunità per metterlo all’opera con continuità.
Il giovane uruguagio si trasferisce quindi in prestito al Venezia di Novellino, neopromossa ultima in classifica e alle prese con una preoccupante sterilità offensiva. L’arrivo di Recoba in laguna cambia totalmente le carte in tavole: la squadra arancioneroverde inizia una scalata alla classifica che la vede conquistare una salvezza insperata e arrivare addirittura a ridosso della zona Europa, grazie ai 10 gol del Chino ma soprattutto degli innumerevoli assist per il compagno Pippo Maniero e per le giocate illuminanti che resero la squadra di Novellino la variabile impazzita della seconda metà del campionato.
#3 Andrea Barzagli – Juventus 2011
Andrea Barzagli è stato un buonissimo difensore con le maglie del Chievo e del Palermo nei primi anni 2000, tanto da guadagnarsi la maglia della Nazionale e fare parte della spedizione azzurra che si è laureata campione del mondo nel 2006 in Germania. Ma se in patria è sempre stato visto come una sorta di gregario, proprio in terra teutonica decisero di investire su di lui, con il Wolfsburg che nel 2008 decise di ingaggiarlo dal Palermo facendogli firmare un triennale.
Dopo due stagioni e mezzo in terra tedesca, con un titolo vinto alla prima stagione, Barzagli decise di tornare in patria e la Juve decise di investire una cifra contenuta, circa 300mila euro, per rilevare gli ultimi sei mesi di contratto dal Wolfsburg. Quello che sembrava un utile rincalzo difensivo in realtà si rivelerà essere uno dei più importanti innesti nella Juventus di Conte prima e di Allegri poi, diventando un elemento fondamentale sia in campo che nello spogliatoio. Dopo 8 scudetti vinti consecutivamente da giocatore, ancora oggi è alla Juve come assistente tecnico di Pirlo.
#4 Mohamed Salah – Fiorentina 2015
A inizio 2015 la Fiorentina cede Juan Cuadrado al Chelsea per 31 milioni di euro, ma nella trattativa viene incluso anche il prestito di questa giovane ala egiziana che tanto bene aveva fatto in precedenza con il Basilea ma che a Londra, dove era arrivato nel gennaio 2014, non era ancora riuscito ad imporsii.
L’impatto di Mohamed Salah con il campionato italiano è più che ottimo: 6 gol e 3 assist in 16 partite di Serie A e altre 3 reti in 10 partite nelle coppe. Il rovescio della medaglia risiede nel fatto che con queste prestazione Salah si è rivalutato talmente tanto che per la Fiorentina diviene impossibile riscattarlo: e nella stagione successiva, infatti, torna al Chelsea per essere ceduto alla Roma.
#5 Zlatan Ibrahimovic – Milan 2020
A inizio 2020 le strade del Milan e di Zlatan Ibrahimovic si sono incrociate nuovamente tra lo scetticismo generale. L’attaccante svedese, a 38 anni, era reduce da due stagioni ricche di gol ma povere di vittorie con i Los Angeles Galaxy, in MLS, dopo che la sua ultima esperienza europea con il Manchester United l’aveva visto soffrire parecchi guai fisici.
Il Milan, reduce dalla fallimentare gestione Giampaolo e con una squadra fin troppo giovane affidata a Stefano Pioli, stentava a rialzarsi dai piani bassi della classifica. Con l’arrivo di Ibrahimovic, fulcro offensivo del gioco di Pioli, e complice anche lo stop ai campionati vissuto a marzo per la pandemia di Covid-19, la squadra si rigenerò completamente: lo svedese divenne leader in campo e fuori per tutti i giovani rossoneri, il cui rendimento lievitò in maniera tangibile, tanto da portare il Milan a chiudere la stagione con la qualificazione in Europa League e a finire il 2020 in testa alla classifica in campionato, con Ibra che ha messo a segno ben 10 reti in 6 partite nella prima parte di campionato.
Mercato di gennaio – 5 colpi flop
#1 Juan Esnaider – Juventus 1999
Sul finire del 1998 Alessandro Del Piero subì un gravissimo infortunio al ginocchio sul campo di Udine, e la Juventus si vide costretta a cercare un sostituto sul mercato invernale. A fianco di un giovanissimo Thierry Henry (anch’egli un flop ma più per incomprensioni tattiche che altro), la scelta ricadde sull’argentino Juan Esnaider, attaccante dell’Espanyol con un passato tra Atletico e Real Madrid.
Di questo focoso centravanti argentino, passato alle cronache più per le risse con i compagni che per le reti, in realtà le uniche tracce saranno 2 gol, uno in Coppa Italia e uno in Coppa UEFA contro l’Omonia Nicosia, segnati nella stagione successiva, prima di essere ceduto nuovamente a gennaio al Real Saragozza, per un totale di 16 presenze in Serie A senza alcuna rete.
#2 Gabriel Omar Batistuta – Inter 2003
Inseguito per tutta la vita dal presidente Moratti, Gabriel Batistuta arriva all’Inter ormai sul viale del tramonto della sua carriera, nel gennaio del 2003. Dopo la strepitosa stagione 00/01, in cui aveva contribuito con 20 reti allo scudetto della Roma, il rendimento di Batistuta aveva già preso una parabola discendente, e nell’ultima stagione e mezza i gol erano stati solo 10 in 55 partite.
In maglia nerazzurra il Re Leone riuscirà a mettere a segno 2 gol in 12 presenze, ma si tratta del canto del cigno di un giocatore ormai ombra di sé stesso. Al termine della stagione, infatti, arriverà anche l’addio al calcio italiano e il trasferimento in Qatar.
#3 Michael Essien – Milan 2014
Centrocampista chiave del Chelsea di José Mourinho, Michael Essien dopo 8 stagioni ricche di successi a Londra si trasferì in prestito al Real Madrid, voluto sempre dal suo mentore, ma l’addio di Mourinho fece saltare il suo riscatto.
Tornato malvolentieri al Chelsea il ghanese a gennaio approdò al Milan, ma il giocatore sbarcato a Milano sembrava la controfigura del fortissimo centrocampista ammirato in Inghilterra e a Madrid: lento, completamente avulso dal gioco e con una forma fisica precaria, Essien collezionò 22 presenze in una stagione e mezza prima di dirigersi verso campionati nettamente meno impegnativi, nell’ordine Grecia, Indonesia e Armenia.
#4 Seydou Doumbia – Roma 2015
Centravanti ivoriano passato dal Giappone prima di affermarsi prima in Svizzera e poi in Russia, con la maglia del CSKA Mosca, Seydou Doumbia arriva alla Roma, che investe quasi 15 milioni, nel gennaio 2015 per sostituire Mattia Destro ceduto al Milan nella stessa finestra (altro flop di gennaio, peraltro).
Il giocatore però, precedentemente fermo dalla fine del campionato russo, è impegnato nella Coppa d’Africa fino a metà febbraio e quando si aggrega alla squadra è in pesante deficit di condizione. All’esordio contro il Parma la sua prestazione è ben lontana dalla sufficienza e all’uscita dal campo è sommerso dai fischi. Complice anche un aspetto che lo fa apparire più vecchio di quanto sia realmente, è ben presto bollato come bidone dalla tifoseria e a fine stagione i giallorossi lo rimandano in prestito al CSKA, primo di una serie di prestiti e trasferimenti in giro per l’Europa che lo hanno visto alternare stagioni esaltanti ad altre deludenti.
#5 Podolski e Shaqiri – Inter 2015
L’Inter del Mancini bis prova a raddrizzare la stagione piazzando due colpi di livello a Gennaio: arrivano Lukas Podolski dall’Arsenal e Xherdan Shaqiri dal Bayern.
Accolti all’aeroporto da un entusiasmo che non si vedeva da tempo nella Milano nerazzurra i due però non faranno molto per migliorare la stagione della compagine di Mancini, anzi, saranno alla fine additati come simbolo di una strategia sbagliata della società nerazzurra.
Shaqiri arriva con enormi aspettative, inizia anche bene piazzando un gol in coppa Italia contro la Sampdoria e uno in Europa League contro il Celtic, ma poi si perde dimostrando di essere un ottimo rincalzo per squadre di vertice piuttosto che un leader tecnico di assoluto valore. La sua successiva esperienza a Liverpool dimostrerà questo in maniera inequivocabile, dove sarà utilizzato da Klopp come prima riserva per il duo composto da Manè e Salah.
Peggio ancora andò l’esperienza di Podolski che si rivelò totalmente fuori dal progetto e capace di segnare appena una rete in 16 presenze. Dopo l’Inter il campione del mondo tedesco troverà esperienze nella periferia del grande calcio, prima in Turchia al Galatasaray, poi in Giappone al Vissel Kobe per finire con il passaggio in Polonia al Gornik.