Quando si parla di un trio di stranieri che risollevò le sorti del Milan e lo portò nuovamente alla vittoria dopo un periodo buio, il tifoso rossonero pensa quasi automaticamente al Milan di Sacchi e ai tre olandesi, Gullit, Rijkaard e Van Basten. Ma forse c’è ancora qualche tifoso più anziano che invece ricorda il ritorno alla vittoria dei rossoneri dopo 44 anni, grazie alle gesta del trio di svedesi Gren, Nordhal e Liedholm. Erano gli anni 50 e sarebbe passato alla storia come il Milan del Gre-No-Li.
Gren, Nordhal e Liedholm: il trio d’oro svedese
Il Milan, fondato nel 1899, fu la prima squadra ad interrompere il dominio del Genoa nei primi campionati del secolo, conquistando il suo primo scudetto nel 1901 e replicando nel 1906 e nel 1907. Dopo questi primi 3 successi ci fu la scissione che diede vita all’Inter, e per i rossoneri iniziarono anni poveri di successi, che li videro vincere solo la Coppa Federale del 1916, mentre i cugini arrivavano a conquistare ben 5 scudetti.
All’inizio degli anni ‘50 i successi di inizio secolo erano ormai sbiaditi. Il Milan è guidato dal tecnico ungherese Lajos Czeizler, allenatore giramondo che dopo qualche esperienza in Italia negli anni ‘30, tra Udinese, Lazio, Catania e Casale, era finito ad allenare in Svezia, conquistando 5 titoli alla guida dei Norrköping, proponendo un calcio che era la sintesi perfetta del gioco fisico tipico degli svedesi e del sistema tattico magiaro.
Arrivato al Milan nel 1949, riesce a convincere il presidente Umberto Trabattoni ad acquistare il colossale attaccante Gunnar Nordhal, punta del Norrköping e della nazionale svedese oro alle Olimpiadi di Londra ‘48. Il Pompierone, soprannominato così per via del suo fisico e del suo lavoro come vigile del fuoco, era stato opzionato dalla Juventus, ma Gianni Agnelli acconsentì al trasferimento al Milan come risarcimento per lo “scippo”, da parte dei bianconeri, del danese Ploeger, obiettivo rossonero.
Sbarcato a Milano il 26 gennaio 1949, Nordhal va subito a segno nella vittoria per 3-2 contro la Pro Patria, due giorni dopo. Nonostante i gol di Nordhal, cannoniere fisico e implacabile, con un senso del gol senza pari, e le parate di un giovanissimo Lorenzo Buffon, il gioco di Czeizler non gira a dovere. In estate, è lo stesso Nordhal a segnalare due connazionali che a suo parere avrebbero completato la squadra: Gunnar Gren e Nils Liedholm.
Gunnar Gren, detto il Professore per via delle sue giocate illuminanti, era un centrocampista proveniente dal Göteborg, dotato di grande intuito tattico e vero e proprio cervello della squadra. Nils Liedholm, atleta completo con un passato anche nel bandy (una sorta incrocio tra hockey su ghiaccio e calcio) e nello sci di fondo, proveniva anch’egli dal Norrköping ed era quello che oggi chiameremmo tutto-campista: centrocampista dai mille polmoni, in grado di unire sostanza e qualità. Per i suoi modi corretti, leali e signorili, in campo come fuori, si guadagna l’appellativo di Barone (particolarmente azzeccato, dato che poi finirà per sposare la contessa Maria Lucia Gabotto di Sangiovanni).
Campioni d’Italia dopo 44 anni e per la prima volta vittoriosi in Europa
La formazione del Milan 50/51 è costruita attorno al Pompierone, al Professore e al Barone. Nell’Italia dei primi anni ‘50, ben lontana da quella che ogni domenica parla con nonchalance dei vari Bereszynski, Mkhitaryan e Kyriakopoulos, pronunciare adeguatamente questi nomi così spiccatamente nordici è difficile, per cui un giornalista se ne esce con l’idea di abbreviarli, mantenendo solo le iniziali. Nasce così il Gre-No-Li, il terzetto che nell’arco di una stagione riporta il Milan in vetta al calcio italiano, dove mancava da 44 anni.
Alla fine di un campionato condotto sempre in vetta alla classifica sono 107 i gol messi a segno dai rossoneri, di cui 34 dal solo Gunnar Nordhal, che negli anni seguenti diventerà uno dei più grandi marcatori della storia del campionato italiano, conquistando il titolo di capocannoniere per ben 5 volte, record ancora imbattuto.
Ma il trionfo del Gre-No-Li non si limita solo al campionato italiano: pochi giorni dopo, tra Milano e Torino, si tiene la 3ª edizione della Coppa Latina, torneo antesignano della Coppa dei Campioni che vedeva la partecipazione dei campioni d’Italia del Milan, dei campioni spagnoli dell’Atletico Madrid, dei campioni portoghesi dello Sporting Lisbona e dei vice-campioni di Francia del Lille, in sostituzione del Nizza che andò a giocare la contemporanea Copa Rio (dove invece il Milan cedette il posto alla Juventus).
I rossoneri sfidano in semifinale l’Atletico Madrid, in una partita dominata che si conclude per 4-1, con tripletta di Renosto e gol di Nordhal. Il 24 giugno, in campo a San Siro per la finale c’è il Lilla, che dopo un pareggio per 1-1 contro lo Sporting Lisbona, era riuscito ad avere la meglio per 6-5 ai tempi supplementari della ripetizione. La partita non ha storia: una tripletta di Nordhal e i gol di Burini e Annovazzi schiantano il Lilla, ed il 5-0 finale vale il primo trofeo internazionale, ancorché non riconosciuto ufficialmente, alzato dal Diavolo, il primo di una lunghissima serie.
La fine del Gre-No-Li
Nella stagione successiva il Milan chiude al secondo posto, alle spalle della Juventus, ma nel 52/53, dopo l’arrivo di Mario Speroni sulla panchina e una stagione chiusa al 3° posto dietro Inter e Juventus, la squadra disputa lo stesso la Coppa Latina, in sostituzione dei torinesi, arrivando in finale ma venendo sconfitta dallo Stade Reims. Durante la competizione è Gunnar Gren a vestire i panni di allenatore-giocatore, ma al termine della stagione abbandona il Milan, trasferendosi alla Fiorentina.
C’è chi dice che si sia trattato di una questione economica, chi parla di screzi con il neo allenatore Arrigo Morselli, fatto sta che con la partenza del Professore nel 1954 si chiude l’epopea del Gre-No-Li. Nordhal e Liedholm conquisteranno un altro scudetto con la maglia rossonera nel 1955, prima che il Pompierone passasse alla Roma, mentre il solo Barone rimase al Milan, vincendo il titolo anche nel 1957 e nel 1959.
Nonostante sia durato solo tre stagioni, il Gre-No-Li rimarrà per sempre iscritto negli annali del tifo milanista, grazie al titolo riportato nelle mani del Diavolo dopo 44 anni di astinenza e per il primo trionfo europeo dei rossoneri.