I giovani in Italia hanno molta più difficoltà nell’imporsi nel mondo del calcio rispetto a quanto accade in altri campionati. Nonostante le periodiche inversioni di tendenza, ci sono un sacco di motivi che rendono il calcio italiano più adatto a giocatori di esperienza, ma spesso notiamo che anche all’estero i giovani cresciuti in Italia incontrano grandi difficoltà.
Abbiamo visto come Moise Kean abbia affrontato un’annata decisamente sotto le aspettative con l’Everton prima di approdare al PSG, ma quest’anno abbiamo visto anche come quello che sembrava il centravanti più promettente della nuova generazione, Patrick Cutrone, abbia decisamente fallito la sua chance inglese con il Wolverhampton e il tentativo di rilancio alla Fiorentina.
Patrick Cutrone, una vita in rossonero
Patrick Cutrone nasce a Como il 3 gennaio 1998 e cresce nel piccolo paese di Parè di Colverde. Così come il fratello maggiore Christopher, di ruolo portiere, inizia a giocare a calcio da piccolissimo. A 5 anni gioca con i Pulcini della formazione locale, la Parediense, ma già ad 8 anni viene notato dalle grandi milanesi: Patrick fa un provino con l’Inter e ben segna 8 gol, ma la società temporeggia.
A quel punto arriva il Milan, la sua squadra del cuore, e per accordarsi basta una stretta di mano. Con le giovanili rossonere Patrick si mette in luce, non tanto per le sue qualità tecniche, quanto per la sua vena realizzativa: sono ben 136 i gol messi a segno tra le varie Under.
Aiutato da un fisico notevole e da una naturale predisposizione al colpo di testa, elementi che soprattutto nel calcio giovanile lo rendono pericolosissimo, Patrick ricorda un grande centravanti del passato milanista, suo idolo ai tempi della Parediense, che per un breve tratto l’ha anche allenato nella Primavera: Filippo Inzaghi. Per quanto completamente diverso come struttura fisica, Patrick sembra aver studiato i movimenti di Inzaghi per quanto riguarda il tempismo e la capacità di anticipare i movimenti del marcatore per correre incontro alla palla.
Nei 10 anni di giovanili stringe un rapporto di amicizia quasi fraterno con il compagno Manuel Locatelli, con cui compie tutto il percorso fino alle porte della prima squadra: nella stagione 16/17, mentre disputa un campionato Primavera che lo vedrà autore di 19 gol in 22 presenze, viene aggregato sempre più spesso alla prima squadra allenata da Vincenzo Montella, che gli regala la gioia dell’esordio alla penultima giornata, il 21 maggio 2017, nella vittoria contro il Bologna per 3-0 che sancisce la qualificazione del Milan ai preliminari di Europa League, dopo un’assenza europea che durava da 3 anni.
La conquista di San Siro a suon di gol
Nell’estate successiva il Milan compie innumerevoli investimenti che stravolgono completamente la rosa di Montella, ma il 27 luglio, mentre si deve disputare il preliminare di Europa League contro l’Universitatea Craiova, Patrick è sicuramente l’attaccante più in forma e voglioso di giocare, per cui Montella lo schiera titolare nella vittoriosa trasferta per 1-0.
Una settimana dopo, il 3 agosto, nella partita di ritorno giocata a San Siro, Patrick è nuovamente titolare e segna il suo primo gol da professionista, che fissa il punteggio sul 2-0. Inoltre mette a segno una clamorosa doppietta nella prestigiosa amichevole internazionale con il Bayern Monaco. Appare chiaro che nonostante i grandi investimenti fatti per centravanti di spessore internazionale come André Silva e Kalinic, Cutrone è ben più di un semplice rincalzo. Il gol alla prima giornata di campionato, a Crotone, lo conferma: Patrick Cutrone è lì per giocarsi un ruolo da protagonista nell’attacco rossonero.
La stagione del Milan non andrà per nulla bene, tra vicissitudini societarie molto complicate e risultati a dir poco altalenanti. A Montella subentra a fine novembre Gennaro Gattuso, e il gioco del Milan cambia.
La squadra diventa sicuramente più solida, ma a Patrick arrivano sempre meno palloni all’interno dell’area di rigore. A fine stagione comunque risulta il capocannoniere della squadra con 18 gol, di cui 10 in campionato. E la particolarità, che fa nuovamente pensare ad un novello Filippo Inzaghi, è che di questi gol ben 15 sono arrivati con un tocco di prima.
Patrick mette in mostra doti di finalizzatore impressionanti, in particolare dentro l’area. La grinta su cui si getta sul pallone e la capacità di deviarlo verso la porta sono il suo marchio di fabbrica, ma in una squadra come il Milan che ha grossa difficoltà nel costruire gioco, a lungo andare le sue caratteristiche non vengono sfruttate a dovere e gli vengono preferiti giocatori più adatti a dialogare con i compagni.
Nella stagione successiva, con la squadra impegnata ancora in Europa League, la società decide di rinunciare ai deludenti Kalinic e André Silva e investire su un giocatore di primissimo livello come Gonzalo Higuain. Il campione argentino però delude ancora le attese, nonostante costringa sempre Cutrone ad un ruolo di rincalzo, e a gennaio lascia il Milan per andare al Chelsea. La dirigenza allora investe sul capocannoniere del campionato, quel Krzysztof Piatek proveniente dal Genoa che per caratteristiche però è ancor più incompatibile con Cutrone. Nonostante diventi il più giovane calciatore italiano di sempre ad arrivare a segnare 10 gol nelle coppe europee, grazie ai gol in Europa League, la stagione di Cutrone si chiude con 9 gol in 1910 minuti, suddivisi in ben 43 presenze.
La fine dell’esperienza rossonera e la delusione inglese
Il Milan cade vittima del fair play finanziario e non può prendere parte alle coppe europee nella stagione 19/20. Essendo cresciuto nel settore giovanile, nella situazione economica dei rossoneri Patrick si trasforma da talento a ricca plusvalenza. Ufficialmente sul mercato, Patrick decide di affrontare un’esperienza all’estero, accettando l’offerta dell’ambizioso Wolverhampton, alla ricerca di un’alternativa al centravanti messicano Raul Jimenez.
Al Molineux Stadium le cose però non vanno bene. La coppia d’attacco formata da Jota e Jimenez è troppo rodata ed è praticamente impossibile per Patrick aspirare a qualcosa di più di un ruolo da comprimario. Inoltre il suo tardo arrivo durante la sessione di mercato, in una squadra che era già avanti con la preparazione per i preliminari di Europa League, rende il suo ambientamento ancor più difficile. A gennaio i numeri sono pessimi: solo 860 minuti giocati, suddivisi in 24 presenze, e 3 gol segnati. Il ritorno ad una dimensione più adatta è sempre più una possibilità concreta, ed in quel momento arriva l’offerta della Fiorentina.
Il flop di Firenze e la scommessa di Valencia
Arriva a Firenze con la sua consueta voglia di spaccare il mondo, anche se deve fare i conti con la concorrenza di un altro giovane promettente in rampa di lancio, ovvero Dusan Vlahovic.
Ma Firenze è una piazza in cui investire sui giovani è diventata la norma, e inoltre il campionato italiano è decisamente più adatto alle sue caratteristiche di rapace dell’area di rigore rispetto a quello inglese. Per quanto l’ascesa di Cutrone sembra essersi arrestata, il ragazzo non deve certo perdersi d’animo questo è il momento in cui un calciatore finisce di essere una promessa e deve dimostrarsi all’altezza della massima serie.
Lo stop dei campionati per la pandemia è arrivato nel momento peggiore possibile per Patrick: avendo timbrato il cartellino solo 1 volta nelle prime 10 presenze con la maglia viola, in Coppa Italia, dal punto di vista fisico sembrava nettamente in crescita e la concorrenza con Vlahovic, alimentata dall’allora tecnico Iachini sembrava averlo stimolato.
Alla ripresa dell’attività agonistica però Cutrone non riesce ad imporsi, ed anzi è costretto ad assistere all’esplosione di Vlahovic che diventa il faro dell’attacco viola.
Il cambio di allenatore, con il passaggio da Iachini a Prandelli non migliora la situazione, tanto che il giocatore decide per interrompere anticipatamente il prestito che avrebbe dovuto concludersi al termine della stagione 20/21.
Appena il tempo di assaggiare il campo per due spezzoni di gara con i Wolves, ancora detentori del suo cartellino, e poi Cutrone vola verso l’ennesima scommessa della sua giovane carriera entrando tra le fila del Valencia che però sta affrontando una stagione difficile e piena di polemiche.
L’ambiente non sembra proprio l’ideale per ritrovarsi, ma l’esordio con gol lascia ben sperare anche in ottica di un possibile ripescaggio con la nazionale di Mancini in vista degli europei, anche al momento appare davvero difficile una convocazione in azzurro.
Eppure ottica nazionale, il pieno recupero di un giocatore come Cutrone può essere utile. In un momento in cui assistiamo ad un buonissimo ricambio generazionale per gli azzurri, uno dei ruoli più incerti è proprio quello del centravanti.
Immobile e Belotti vivono ottime stagioni ormai da anni, ma dietro di loro c’è una grande penuria e soprattutto manca quel giocatore da inserire nei momenti di “disperazione”, quando si tratta di buttare palle dentro l’area alla ricerca della deviazione vincente.
Patrick Cutrone, con la grinta e la fame che ha nel gettarsi sulla palla, è uno dei pochi centravanti italiani adatti a questo ruolo.